Il Caffettino di oggi affronta il tema del coronavirus da un punto di vista diverso, quello della monetizzazione. Infatti una settimana fa Youtube aveva deciso di impedire ai creatori di contenuti di trarre profitto dai video ad argomento coronavirus, per evitare il rischio di distorsioni dell’informazione. Ma di fronte al fatto che oggi tutti parlano di coronavirus Youtube, minacciata nei propri profitti, ha deciso di fare un parziale dietro front, permettendo ad alcuni creatori di contenuti di affrontare il tema nei propri filmati ricavandone profitto mediante la pubblicità. Ma se è oggi è possibile includere advertising nei video in questione, ci sono alcune limitazioni.
Come accennato, solo determinati creatori di contenuti possono trarre guadagni dalla visualizzazione della pubblicità all’interno dei propri video che parlano di coronavirus. In particolare Susan Wojcicki, responsabile dell’advertising di Youtube, ha dichiarato in un post che: “nei prossimi giorni abiliteremo le in...
Gli ingredienti del nostro Caffettino sono sempre i fatti e i dati oggettivi, ma in questo periodo dominato dalle opinioni è difficile trovare spunti per creare contenuti: tutti parlano dell’emergenza coronavirus che ci tiene bloccati in casa per evitare il contagio e ognuno lo fa a modo suo. Non è mia intenzione parlare dell’emergenza in questa sede, ma voglio affrontare proprio il tema delle opinioni da cui siamo bombardati da ogni parte: in un momento in cui servirebbero dati reali, subiamo la miriade di opinioni che arrivano dalla televisione, dalla radio o dai social. Perché quasi tutta l’informazione sta mettendo in secondo piano i fatti concreti in favore dell’interpretazione.
Negli ultimi anni mi sono occupato di argomenti oggettivi, di creazione di contenuti, di KPI e di punti numerici verificabili per scegliere la comunicazione giusta. Ma oggi, proprio come tutti voi, sono di fronte a una situazione particolare in cui le opinioni vincono su tutto il resto. Va detto però che ...
Con il Caffettino di oggi brindiamo alla salute di tutti, raccontandovi le ultime novità che arrivano da casa Apple: in futuro l’Apple Watch potrebbe misurare il livello di ossigeno nel sangue, facendo un ulteriore passo in avanti per salvaguardare la salute degli utenti. Infatti questa nuova funzione andrebbe ad aggiungersi al sistema di elettrocardiogramma dello smartwatch di Apple, che nel tempo ha già salvato diverse vite grazie alla possibilità di monitorare con precisione e puntualità l’attività cardiaca. Questo nuovo strumento potrebbe rivelarsi molto utile per controllare lo stato di salute delle persone e per avvertirle in caso di eventuali infarti imminenti, ma non solo.
Monitorare il livello di ossigeno nel sangue è fondamentale anche per individuare la presenza di altre malattie o di particolari disfunzioni. E il vantaggio del nuovo sistema di Apple Watch risiede nella costanza con cui è possibile eseguire un check up approfondito in ogni istante: un conto è fare dei contr...
“Le parole sono importanti”, diceva Nanni Moretti in un film di ormai oltre trent’anni fa. Anche se è passato molto tempo, il concetto è valido ancora di più oggi, ai tempi del coronavirus. In questo Caffettino infatti parliamo del valore delle parole in un momento in cui c’è bisogno di chiarezza, da parte di chi come noi lavora nel mondo della comunicazione. All’inizio di quella che ormai è una pandemia, c’era chi affermava che il coronavirus fosse come un’influenza e non solo: oltre agli esperti della materia, ogni comunicatore trattava il tema a suo modo, anche usando dei vocaboli propri. Ma viviamo in un’epoca in cui le parole spesso sono sminuite e deformate.
Se da un lato cerchiamo di rendere comprensibili i fatti, dall’altro ciascuno finisce per utilizzare un proprio vocabolario, fatto magari di inglesismi o di parole che generano equivoci linguistici digitali: influenza, influencer, video virale, virus virale, contatto, contagio. Sono alcuni esempi di vocaboli che possono crea...
Lasciatemi indovinare: siete incazzati perché siete già stufi di lavorare in smart working. Tranquilli, non siete soli e questo Caffettino vi aiuterà a capirlo e a comprendere come affrontare la situazione in cui siamo. Oggi infatti non parliamo di notizie o novità tecnologiche, ma ci concentriamo sulle persone e sul loro modo di affrontare questo periodo di incertezza. Sicuramente è un fatto che siamo tutti più nervosi: bloccati in casa ci sentiamo come topi in gabbia e il discorso non vale soltanto per i professionisti o gli startupper, ma anche per i dipendenti e i manager che lavorano nelle aziende, le quali stanno reagendo alla situazione con lentezza e in modo poco concreto.
Magari all’inizio abbiamo approcciato questa nuova modalità lavorativa con slancio e abbiamo affrontato le conference call anche con un certo entusiasmo, cercando di sdrammatizzare e di pensare che questo periodo finirà. Ma poi è entrata in gioco l’incazzatura e abbiamo perso il controllo della situazione. Q...
Il Caffettino di oggi è più scuro del solito. Anzi, è proprio dark. Infatti parliamo della Dark Mode, la modalità notturna disponibile per diverse applicazioni come Facebook Messenger, Telegram e da pochi giorni anche WhatsApp. In particolare la Dark Mode nasce per proteggere la nostra vista, dato che una retro-illuminazione elevata, oltre a essere fastidiosa, affatica gli occhi specialmente quando è sera. Al contrario, la possibilità di visualizzare le app con sfondo nero evita di stancare gli occhi negli ambienti con poca luce. Ma al di là dei vantaggi nell’usare la Dark Mode al posto di una luminosità troppo intensa, capiamo quanto davvero ne abbiamo bisogno.
Nel recente video di lancio della Dark Mode per WhatsApp, quest’ultima è presentata come una funzione che ci tutela anche nei rapporti affettivi: lo spot mostra una coppia a letto, tranquilla fino al momento in cui uno dei due prende il cellulare con una retro-illuminazione elevata e sveglia l’altro. Ma va detto che anche se s...
Il Caffettino non invecchia mai, perché si rinnova ogni giorno con notizie e temi sempre attuali. Invece i vostri device potrebbero essere invecchiati prima del dovuto. Questo perché alcuni produttori hanno messo in atto nel tempo strategie di obsolescenza programmata che limitano la durata di un prodotto a un periodo prefissato. È ciò che è accaduto con Apple, che spingeva i clienti ad aggiornare i software dei propri iPhone per continuare ad utilizzarli. La conseguenza di questi aggiornamenti però era il rallentamento dei dispositivi, con la conseguenza che le persone erano obbligate ad acquistare un nuovo modello o a sostituire la batteria del proprio smartphone.
In seguito a questo problema, i clienti hanno organizzato una class action contro Apple. Ed è notizia di questi giorni che il colosso americano pagherà 450 milioni di euro, corrispondenti a 500 milioni di dollari, per chiudere il contenzioso con i consumatori. In realtà, nel momento in cui i clienti hanno manifestato il pr...
Questo Caffettino è una miscela di notizie cattive e buone. Se da un lato infatti ciò che sta accadendo nel nostro Paese e nel mondo ci preoccupa tendendoci letteralmente con il fiato sospeso, dall’altro stanno cambiando le nostre abitudini di ogni giorno, anche in senso positivo: parliamo del lavoro e dello studio da remoto che stanno prendendo piede nelle aziende, nelle scuole e nelle università. Per quanto riguarda il mondo del lavoro, gli uffici sono vuoti e mentre in alcune aziende i dipendenti sono in ferie, in altre le persone stanno lavorando da casa. Ma questo smart working obbligato ha l’effetto di migliorare le performance dei lavoratori oppure di ridurle?
Già da qualche anno lo smart working si stava facendo largo in diverse aziende italiane, ma oggi naturalmente molte realtà stanno accelerando fortemente l’adozione di questa soluzione. E stando a ciò che ho potuto capire da amici, colleghi e chi mi segue sui social, le persone si stanno meravigliando di quanto sono perfor...
Facebook, Instagram, WhatsApp, Messenger e Snapchat. Ormai solo il Caffettino non ha le Stories. Comunque non ne abbiamo bisogno, perché la voce per definizione è una infinita fonte di storie. Quella che vi racconto oggi riguarda proprio le Stories, che presto arriveranno anche su LinkedIn, la celebre rete professionale di cui ormai quasi tutti facciamo parte. In particolare, dopo una prima fase di test interna, a partire dai prossimi mesi le Stories di LinkedIn saranno disponibili per gli utenti in versione beta. Una novità importante per la piattaforma di Microsoft, che dopo le LinkedIn Live introduce un altro strumento per condividere i propri contenuti.
Come avviene per altri social, le LinkedIn Stories saranno costituite da video di pochi secondi che spariranno dal feed dopo ventiquattro ore. L’obiettivo sarà quello di arricchire i profili con le esperienze professionali, in un racconto virtuale della propria giornata lavorativa. Le versione beta delle Stories sarà disponibile so...
Nel Caffettino ci siamo già occupati di coronavirus, sia in relazione all’intelligenza artificiale che ci aiuta a prevedere l’andamento dell’epidemia, sia per quanto riguarda la creazione di contenuti ai tempi del virus. Ma oggi non possiamo fare a meno di tornare sull’argomento, perché dopo l’aumento ingiustificato dei prezzi di mascherine e igienizzanti è in atto una nuova speculazione sulla malattia, stavolta nell’ambito dell’economia digitale. Sì, perché recentemente è nato il CoronaCoin: si tratta di una criptovaluta creata da un team di sette sviluppatori, la maggior parte residenti in Europa, che è stata lanciata con un semplice post su Reddit.
Come funziona? All’inizio gli autori dell’iniziativa hanno messo a disposizione un numero di criptovalute pari a quello della popolazione mondiale, di poco superiore ai 7,6 miliardi. Poi ogni quarantotto ore hanno iniziato a eliminarne una parte proporzionata ai nuovi casi di contagio o ai decessi dovuti alla malattia: il CoronaCoin aume...
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