Tyson Vs Paul su Netflix: 60 milioni di spettatori e tanti problemi

Nov 25, 2024

Molti si aspettavano di vedere di nuovo Iron Mike sul ring. Ma l'incontro di Tyson contro Jake Paul, l'ex campione dei pesi massimi più giovane della storia della boxe conte uno youtuber che ha fatto parlare di sé per le sue eccentriche sfide, si è risolto in modo indecoroso. Anche per una serie di problemi tecnici.

Netflix, la nota piattaforma di video streaming, annuncia nel marzo 2024 il ritorno sul ring di Mike Tyson per il 22 luglio dello stesso anno. La sfida è contro Jake Paul, influencer e youtuber. Poi l'incontro è stato spostato al 15 novembre per motivi di salute da parte di Tyson. Nel frattempo cresce l'hype.

Le aspettative sono tante, i contendenti lavorano sullo storytelling ed entrambi mostrano grande tenacia durante gli allenamenti. Si preannuncia un incontro interessante: il vecchio leone di 58 anni, Mike Tyson, ha ancora qualcosa da dimostrare al mondo e lo vuole fare all'AT&T Stadium di Dallas.

Solo che alla fine degli otto round, accorciati a due minuti rispetto ai tre standard, gli 80.000 spettatori dal vivo non erano soddisfatti. Mike era praticamente immobile, Paul non ha fatto altro che scappare e rifilare qualche jab. E anche a casa, durante lo streaming, niente è andato come doveva andare.

I numeri dell'evento Netflix

Prima di parlare dei problemi tecnici che hanno afflitto lo streaming, è giusto ricordare la caratura di questo evento. Un evento che, secondo Netflix, può essere ricordato come: "Most-Streamed Global Sporting Event Ever With a Record 65 Million Live Concurrent Streams". Ovvero, L'evento sportivo globale più seguito di sempre con un record di 65 milioni di streaming simultanei in diretta.

Di questi 65 milioni, 38 erano solo negli Stati Uniti. Il 56% della presenza davanti a una televisione, negli USA, tra mezzanotte e l'una di notte (costa EST) è stata per il combattimento Paul contro Tyson.

Sulla piattaforma Netflix i numeri sono sempre titanici. L'evento sportivo è stato in prima posizione tra i contenuti più visti in 78 paesi tra cui India, Australia, Germania, Italia, Canada, Brasile, Argentina Messico, Sudafrica, Regno Unito e Stati Uniti. È rimasto nella Top 10 in 91 paesi dall'11 al 17 novembre.

I problemi tecnici dell'evento

Sorvolando sulla qualità dell'incontro, che anche Forbes definisce deludente, e pur prendendo atto della gran quantità di persone presenti nello stesso momento sulla piattaforma. Bisogna accettare una dato di fatto. Ovvero: la qualità del video era inguardabile a causa di buffering, continui crash e attese.

Non a caso, su X (ex Twitter) oltre all'hashtag #PaulTyson che dominava prima dell'inizio dell'evento, si è diffuso il drammatico #NetflixCrash proprio perché nessuno riusciva a vedere l'incontro. Questo a causa del classico problema d stop and go ma anche di una qualità del video con pixel poco definiti.

Anche Downdetector, che monitora i malfunzionamenti dei principali portali, ha ricevuto tante segnalazioni. Semplicemente perché i server, l'infrastruttura tecnica, non hanno retto. Un brutto segno se consideriamo che per il prossimo Natale ci sono le prime partite NFL sempre in streaming su Netflix.

Poi arriverà il WWE a gennaio. Non sono eventi internazionali come il ritorno di Mike Tyson sul ring ma le sfide tecniche per qualsiasi servizio di streaming che provi a fare live mondiali sono imponenti.

Possiamo fare streaming su larga scala?

Quindi c'è una domanda che si riscontra da più lati: Netflix riuscirà a sostenere questo carico alla luce del fatto che le persone poi esigono un servizio adeguato? Oggi sappiamo che il tale Ronald "Blue" Denton della contea di Hillsborough, in Florida, ha iniziato una class action contro Netflix proprio per questo.

"The class-action lawsuit filed in Florida state court is seeking damages of at least $50 million".

Secondo le informazioni del New York Post questa è la cifra del danno. Il punto è che abbiamo dei servizi di grande qualità ma sui numeri grandi ancora non riusciamo a scalare. E garantire uno streaming efficace. D'altro canto, il problema non riguarda solo Netflix ma anche altri servizi come DAZN in Italia.

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