Social network: nuovi strumenti per scoprire gli evasori fiscali

Feb 11, 2024

Il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, ha dichiarato che gli aggiornamenti sui social network potrebbero essere usati per contrastare l'evasione fiscale. Un fenomeno che in Italia rappresenta - dichiarazioni personali del politico - un macigno simile al terrorismo.

Questo è emerso nel corso di un'audizione convocata per presentare il concordato preventivo biennale, che dovrebbe consentire ai singoli di pattuire una quota da pagare per due anni evitando i controlli.

L'idea: utilizzare il data scraping - analisi dei dati raccolti sul web - per individuare immagini, video e status in cui si evince un netto contrasto tra dichiarazioni fiscali e tenore di vita. Il progetto è portato avanti con l'Agenzia delle Entrate e Sogei, controllata al 100% dal Ministero dell'economia e delle finanze.

La logica alla base dell'analisi

Secondo il viceministro Leo, le informazioni che si estrapolano dagli aggiornamenti social possono essere utili per creare un confronto tra dichiarazione dei redditi e stile di vita. Infatti:

"Oggi, molto spesso, professionisti o imprenditori vanno su internet, sui social, e dicono siamo stati in vacanza alle Maldive, siamo stati in quel particolare ristorante".

L'evento che giustifica questo tipo di soluzione è il volume dell'evasione in Italia: quando abbiamo 80-100 miliardi di evasione fiscale, sempre secondo Maurizio Leo, è giusto lavorare sul data scraping. Che può essere intesa come un'operazione volta a setacciare la rete alla ricerca di informazioni specifiche.

Obiettivo ultimo: individuare e valutare eventuali discordanze tra quanto dichiarato dal singolo in termini di fatturato e stile di vita che si evince dai contenuti pubblicati sulle varie piattaforme di social network.

La gestione dei dati personali

Appare ovvio che una parte della riflessione ruota intorno alla privacy e al trattamento dei dati personali. In che misura lo Stato può monitorare la mia attività? Il viceministro non si sbilancia ma rassicura la platea presente durante l'audizione alla commissione parlamentare di vigilanza sull'anagrafe tributaria:

"Già abbiamo iniziato a ragionare col Garante della Privacy e da parte loro c'è assoluta disponibilità, ferma restando la tutela dei dati personali".

Per ora non sono trapelate molte indicazioni su questo fronte. Possiamo immaginare che parliamo solo di informazioni pubbliche, visibili in bacheca, e non dei messaggi privati scambiati nelle chat.

Scenari futuri e riflessioni utili

Chiaramente, una simile evoluzione della lotta all'evasione fiscale pianta il seme per diversi ragionamenti. Ma anche per voci critiche che si fanno sentire all'interno della maggioranza. Ad esempio?

Armando Siri, consigliere per le politiche economiche di Salvini, è chiaro: "Gli slogan e la persecuzione della vita privata dei cittadini a fini fiscali lasciamoli come prerogativa della peggiore ideologia illiberale".

Per dare maggior solidità a questo percorso si dovrebbe, in primo luogo, trovare un accordo con le varie piattaforme social in modo da andare oltre un lavoro di data scraping casereccio e approssimativo. 

Chiaramente la seconda questione riguarda il massimo rispetto della privacy ma c'è un ulteriore aspetto da considerare: non sempre sui social network le persone sono sincere al 100%, spesso si tende a esasperare alcuni aspetti per apparire più interessanti, e magari anche più ricchi.

Al tempo stesso, avendo ben presente questo nuovo parametro di controllo, gli evasori potrebbero facilmente adottare uno stile poco appariscente su queste piattaforme social monitorate.

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