Le voci sono chiare: c'è la possibilità che arrivi la pubblicità su ChatGPT. Questa ipotesi viene sollevata da Sarah Friar, CFO di OpenAI, in un'intervista per il Financial Times. Attualmente noi sappiamo che ChatGPT è disponibile in una versione gratuita e una a pagamento, la quale offre delle risorse extra per chi vuole utilizzare l'intelligenza artificiale generativa di OpenAI in modo strutturato e professionale.
Al momento, però, non ci sono annunci pubblicitari né per la versione gratuita, né per quella a pagamento. L'idea è quella di inserire l'ADV sulla prima opzione per aumentare i profitti. Opzione non secondaria dato che si registrano alti costi di gestione per ChatGPT. Vale a dire, secondo il New York Times, ben 700.000 dollari al giorno solo per il chatbot basato su intelligenza artificiale generativa.
In primo luogo, l'idea sarebbe quella di inserire gli annunci solo sulla versione free. E di mantenerla tale proprio grazie all'ingresso degli inserzionisti. Vendere spazi pubblicitari su ChatGPT sarebbe un modo per monetizzare la piattaforma e avere sempre un'opzione free a disposizione per gli utenti.
Al momento non ci sono notizie certe e opinioni ben definite. Si tratta solo di una possibilità considerando che non si tratta di un'operazione imminente e che lo stesso Altman in passato ha dichiarato di non essere un fan degli annunci pubblicitari. E che considera questa opzione come l'ultima spiaggia.
"I’m not saying OpenAI would never consider ads, but I don’t like them in general, and I think that ads-plus-AI is sort of uniquely unsettling to me".
Nel frattempo, come ricorda Mashable, Sam Altman ha assunto molti talenti dell'ADV. Shivakumar Venkataraman, in passato nel team Google, è diventato VP di OpenAI. Anche Kevin Weil, che ha fatto i suoi passi nei team di Instagram e X, è entrato a far parte dell'azienda. Cosa significa questo?
Questo è un tema che ritorna: il sistema degli abbonamenti non riesce a creare un sostentamento valido per aziende come OpenAI che ha bisogno di grandi risorse. Anche se ChatGPT ha un grande numero di utenti, gli investimenti necessari sono importanti. E anche con le API c'è poco margine di.
Quindi si pensa all'approccio pubblicitario anche se, lo ricorda Sarah Friar, c'è bisogno di un approccio ponderato perché l'esperienza utente ne risente in modo significativo. E lo stesso vale per la gestione dei dati personali: la pubblicità è una strategia di successo ma le implicazioni sono complesse.
Tutto questo senza dimenticare che fino a questo momento ChatGPT è stato un universo generalista rivolto a un unico grande interlocutore: il pubblico finale. A pagamento o gratuito. Con l'ADV entra in gioco un altro elemento, ovvero gli inserzionisti. Questo può cambiare sul serio le carte in tavola.
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