Ogni giorno nel Caffettino affrontiamo tematiche legate ai social, al business, al marketing e a tutto ciò che ruota intorno al mondo della comunicazione. Oggi parliamo degli amministratori delegati più seguiti su LinkedIn e di come hanno gestito la comunicazione durante l’emergenza coronavirus. Perché trattiamo questo argomento? Naturalmente perché è fondamentale prendere spunto dai migliori, capire come si comportano e quali risultati hanno. Naturalmente mentre gli ambassador e gli influencer hanno milioni di follower, i personaggi di cui parliamo ne hanno decine di migliaia. Però come sappiamo non è la quantità, ma la qualità a fare la differenza.
Secondo una ricerca svolta dalla società Pubblico Delirio, che si occupa di consulenza strategica, direzionale e operativa di reputazione aziendale e comunicazione digitale, nella classifica dei trenta leader aziendali italiani più seguiti troviamo al primo posto Francesco Starace, CEO di Enel, con 34mila follower. Al secondo posto c’è Nerio Alessandri di Tecnogym, con 32,3mila follower. E in terza posizione troviamo Claudio Descalzi di Eni, con 31,5mila follower. Per trovare il primo amministratore delegato donna della classifica purtroppo dobbiamo arrivare al ventiduesimo posto, dove Silvia Candiani di Microsoft occupa la posizione con quasi 7mila follower.
Quali sono stati i comportamenti di questi amministratori delegati durante il periodo Covid-19? La ricerca mostra come all’inizio dell’emergenza molti di loro abbiano mantenuto un basso profilo su LinkedIn, salvo qualche eccezione. Inoltre, nel periodo tra marzo e giugno, i top manager italiani hanno postato sul social network una media di venti contenuti, ossia circa cinque al mese. Il loro tono di voce è stato rassicurante, positivo e orientato alla solidarietà. Per quanto riguarda la lunghezza dei post, è stata superiore ai cinquecento caratteri. In termini di contenuti, invece, hanno condiviso immagini, segnalazioni e link anche ai siti aziendali.
L’indagine è molto interessante perché evidenzia lo stile diverso dei CEO italiani, i quali hanno preso coscienza non soltanto della propria abilità come imprenditori, ma anche di come il loro ruolo di leader è cambiato all’interno dei social media, in particolare durante il momento di emergenza. Magari da questo periodo potremmo aver imparato una nuova lezione, acquisendo uno stimolo ulteriore per diventare ottimi comunicatori, oltre che validi manager e imprenditori. Perché al di là dell’occasione di migliorare il proprio personal branding, quelle decine di migliaia di follower su LinkedIn potrebbero essere utili anche per fare comunicazione di impresa.
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