Si può assumere un dipendente digitale AI?

Aug 05, 2024

La CEO di Lattice, società USA che si occupa di software, ha dichiarato sul blog ufficiale che l'azienda è pronta per assumere dipendenti digitali che operano grazie all'intelligenza artificiale. Questo significa che i bot verranno inseriti nello scenario aziendale, e sarà fornita la giusta formazione per integrarli.

Inoltre, assicura Sarah Franklin, a questi dipendenti digitali vengono assegnati obiettivi, parametri di performance, accesso ai sistemi appropriati e persino a un manager. Proprio come avviene per un operatore in carne e ossa. Questo è il momento in cui essere dipendente AI passa dal concetto alla realtà.

L'obiettivo di quest'iniziativa

Secondo le dichiarazioni, lo scopo di questa decisione è quello di utilizzare l’intelligenza artificiale con la stessa responsabilità con la quale si inseriscono le persone in un contesto lavorativo. Per dare a tutti la possibilità lavorare nel miglior modo possibile puntando verso la trasparenza e il successo.

Secondo Lattice, la forza lavoro ha bisogno di una piattaforma dedicata alle risorse umane aperta e completamente integrata, nella quale le persone e l’intelligenza artificiale possano prosperare insieme.

Quindi, almeno dal punto di vista teorico, la possibilità di trattare gli operatori digitali come dipendenti a tutti gli effetti è il punto di partenza per raggiungere il bene comune all'interno dell'azienda. L'obiettivo potrebbe essere raggiunto inserendo una combinazione di avatar e chatbot nell'organigramma.

Come mostra l'immagine presa sempre dal blog di Lattice, abbiamo diverse figure professionali con tanto di nome e profilo personale - tipo Piper AI agente di vendita, Devin l'ingegnere, Harvey l'avvocato - che si inseriscono nel team dell'azienda condividendo tutto ciò che è possibile con i colleghi umani.

Le reazioni non sono positive 

Facile immaginare il tenore delle reazioni. Il quotidiano The Guardian sintetizza diverse voci critiche che si sono susseguite su LinkedIn. Una delle opinioni contrarie, Sawyer Middeleer, ci ricorda che trattare i bot IA come dipendenti non rispetta l’umanità dei lavoratori in carne e ossa. Peggio ancora, ciò implica che si considerino gli esseri umani semplicemente come risorse da ottimizzare rispetto alle macchine.

È l’esatto opposto di un ambiente di lavoro progettato per elevare le persone. Le reazioni sono dure, non a caso, un update del 12 luglio del post originale di Lattice suggerisce questo passaggio chiave:

"This innovation sparked a lot of conversation and questions that have no answers yet. We look forward to continuing to work with our customers on the responsible use of AI, but will not further pursue digital workers in the product".

L'azienda si rende conto che questa innovazione ha scatenato domande che non hanno ancora trovato risposta. L'idea è quella di continuare a lavorare con l'IA, ma al momento si sospendono le attività. 

Le persone sono pronte per lavoratori digitali?

A quanto pare no e forse non lo saremo mai. Ma alcune domande nate dopo questo aggiornamento sono degne di una riflessione. Ad esempio, quanto consumano in termini energetici questi lavoratori digitali? Inoltre, sappiamo quantificare gli errori che fanno questi agenti AI e il relativo controllo umano?

Quindi, in estrema sintesi: sarà forse sbagliato paragonare lavoratori umani e digitali al fine di creare una classifica in termini di efficienza e convenienza. Di sicuro la riflessione avviata sarà utile per capire se e come possiamo realmente prosperare insieme. Al netto delle passioni e delle emotività di parte.

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