Cresce il traffico bot su internet e arriva al 50%

Apr 28, 2024

Ecco una notizia che fa tremare le gambe degli esperti di web analytics: il 50% del traffico su internet è composto da bot. Ovvero da programmi automatizzati, non da persone in carne e ossa che cliccano su un link o su un risultato Google per leggere ciò che abbiamo da proporre sul nostro sito web.

A lanciare l'allarme è questo studio condotto da Imperva, azienda impegnata nel campo della cyber security: Bad Bot Report 2024, un report annuale che monitora la situazione del web e permette di valutare come si muove il traffico generato dai bot. Ebbene, lo scenario nel 2024 è peggiorata.

Il 50% del traffico internet è artificiale

Il report di Imperva, società del Gruppo Thales, suggerisce un aspetto importante: quasi la metà del traffico Internet (49,6%), a livello globale, è generato da bot. E questo è solo il dato più evidente. Secondo Erez Hasson, Senior Product Marketing Manager per Imperva, i dati sono impietosi:

"Bad bot traffic has increased inconsistently over the years. In 2013, when Imperva first launched the Bad Bot Report, bad bots comprised 23.6% of internet traffic, while good bots accounted for 19.4% and human traffic for 57%. (...) From 2018 to 2023, bad bot traffic increased dramatically".

In questo equilibrio, abbiamo un aumento anche dei bot malevoli. Ovvero quelli che potrebbero generare danni agli utenti online. Secondo il traffico dei programmi dannosi è passato dal 23,6% del 2013 ai picchi registrati nel 2023. Con un'unica parentesi di riduzione avvenuta nell'anno 2018.

Perché aumentano i bot dannosi?

Secondo il report, il passaggio avvenuto dal 2022 al 2023 è significativo. Ciò potrebbe essere attribuito alla diffusione dell’intelligenza artificiale generativa, utilizzata in diverse fasi del percorso di creazione del traffico generato dai bot. Dal web scraping e crawling automatizzato per alimentare i modelli di formazione alla possibilità di creare script malevoli, l'AI generativa può essere un valido supporto.

Anche per chi ha intenzione di avviare il processo e non ha grandi competenze informatiche. In sintesi, grazie all'AI, chi non è un esperto può essere facilitato nel creare un bot malevolo. Tanto che:

"Bad bots increasing from 33.4% in 2022 to 39.6% in 2023".

Il 60% di questa quota è composta da programmi complessi e pervasivi, che possono creare problemi con volumi bassi. C'è da aggiungere, secondo il report, che questi programmi colpiscono il settore legale e governativo. Mentre la nicchia più colpita in assoluto è quello del gaming (57,2%).

Quali sono i danni causati dai bot?

Le conseguenze di questo traffico artificiale sono diverse. In alcuni casi parliamo di scraping dei contenuti, per assimilare ciò che viene pubblicato sulle pagine web, ma in altre circostanze l'obiettivo è quello di portare danni concreti. Ad esempio si registrano casi in cui avviene la creazione di account dannosi e l'invio di spam. Senza dimenticare la possibilità di creare disservizi e rubare dati.

La soluzione? purtroppo non è facile raggiungere un equilibrio. Ad esempio, Elon Musk suggerisce di utilizzare una micro-tassa per scongiurare i bot dato che la spunta può essere facilmente aggirata.

bot

Le aziende dovranno cambiare e acquisire una visione differente per proteggere i propri dati dai bot. Ma è vero che non tutti sono malevoli, ci sono anche programmi che utilizziamo per svolgere attività virtuose. Anzi, in alcuni casi auspichiamo il passaggio di questi programmi come avviene, ad esempio, con il Googlebot. Ovvero il crawler che permette di scansionare e indicizzare i siti web su Google.

Di sicuro ci siamo abituati e assuefatti a questa situazione di continua esposizione alle minacce esterne. Ma non dobbiamo mai perdere di vista la centralità di un approccio attivo alla sicurezza.

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